INDICE e AUTORE
- Si riportano nel seguito 18 titoli
- 15 minuti con Gesù – Sant’Antonio Maria Claret
- Colui che parla dal fuoco – Suor Josefa Menéndez
- Diario di Suor Faustina Kowalska – Santa Suor Faustina Kowalska
- Fateci uscire da qui – Maria Simma
- Il castello interiore – Santa Teresa d’Ávila
- Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio – San Giovanni Eudes
- I dolori mentali di Gesù nella sua Passione – Santa Camilla Battista da Varano
- Il libro della Grazia Speciale – Santa Matilde di Hackenberg
- Il libro della saggezza eterna – Beato Enrico Suso
- Il manoscritto del Purgatorio – Suor Maria della Croce
- Il quaderno dell’amore – Luigi Gaspari
- Insegnamenti dalle anime del Purgatorio – Maria Simma
- La mia vita nel cuore della Trinità – Beata Elisabetta Canori Mora
- La passione – Catalina Rivas
- Le rivelazioni di Santa Gertrude – Santa Gertrude
- Le sette armi spirituali – Santa Caterina da Bologna
- Lui e io. Diario intimo di una mistica del Novecento – Gabrielle Bossis
- Trattato del Purgatorio – Santa Caterina da Genova
15 minuti con Gesù
Che bello poter stare in compagnia di Gesù! Aprirgli il nostro cuore, con i suoi desideri e ideali profondi; specchiarci in lui per illuminare umilmente le nostre coscienze; confidargli le nostre sofferenze e gli sforzi per superare i nostri limiti; affidare con fiducia alla sua bontà i nostri cari, gli amici. Il mondo intero; offrirgli la nostra vita perché solo il Signore può darle felicità e realizzazione piena. In questi 15 minuti di grazia nella preghiera intima e fiduciosa avremo certamente una sua tenera carezza, una parola di conforto e di incoraggiamento, il suo impegno a non lasciarci mai soli, la sua dolce gratitudine per la nostra semplice amicizia!
Scritto da Sant’Antonio Maria Claret, ricordato il 24 ottobre
“Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere. Basta che tu abbia fede e che ami con fervore. Se vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più, se vuoi farmi piacere immensamente, confida in me immensamente. Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici, come parleresti con tua madre o tuo fratello”
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Colui che parla dal fuoco
Dopo aver più volte ricevuto la grazia di vedere Gesù e il suo cuore in fiamme, Suor Josefa Menendez scrisse questo diario per comunicare la sua straordinaria esperienza mistica e diffondere il messaggio che il Signore vuole rivolgere a tutti gli uomini riguardo all’Amore Misericordioso del suo Cuore. Tramite Suor Josefa il Signore ci richiama a contemplare la sua presenza viva e reale sulla terra nell’Eucaristia e ribadisce il suo desiderio ardente di amare l’uomo: “Voglio che il mio amore sia il sole che illumina e il calore che riscalda le anime. Voglio che il mondo intero sappia che io sono un Dio di amore, di perdono, di misericordia”
Scritto dalla Serva di Dio Suor Josefa Menéndez, nata in Cielo il 29 dicembre 1923
CAPITOLO IV – LE IMPRESE DELL’AMORE – TRE ANIME SACERDOTALI, UN PECCATORE, ALTRE DUE ANIME
“Un po’ prima della festa del Sacro Cuore, non ricordo bene la data, – scrive Josefa, – Nostro Signore è venuto. Il suo Cuore era trafitto da tre nuove ferite e da ciascuna sgorgava il sangue in gran copia. «Guarda ciò che desidero per la mia festa!». E siccome ella esprime la propria pena davanti al dolore di Gesù: «Sono tre sacerdoti che feriscono il mio Cuore. Offri per essi tutto ciò che farai» “
CAPITOLO VIII – I SEGRETI DELLA PASSIONE – IL CENACOLO
“Oggi ti dirò perché volli lavare i piedi dei miei apostoli prima della Cena. Fu innanzi tutto per mostrare alle anime quanto desidero che siano pure quando mi ricevono nell’Eucarestia. Fu anche per ricordare a quelle che hanno avuto la disgrazia di cadere che esse possono sempre ricuperare il candore perduto per mezzo del sacramento della Penitenza. […] Ah, quanto vorrei far conoscere a tutte le anime i sentimenti del mio Cuore, e penetrarle dell’amore che m’infiammava per loro quando istituii il sacramento dell’Eucaristia!” –
CAPITOLO XII – ROMA – ULTIMO RITORNO AI FEUILLANTS PURIFICAZIONE
“Stamani dopo la Comunione – scrive – Gesù è venuto bellissimo, con le piaghe scintillanti di fiamme, e, prima ancora che aprissi bocca, Egli ha detto: «Non temere, sono Gesù il Figlio della Vergine Immacolata!» E spingendo la condiscendenza fino a ripetere con lei le lodi divine, aggiunge per rassicurarla completamente: «Sì, sono l’Amore! il Figlio della Vergine Immacolata, lo Sposo delle vergini, la forza dei deboli, la luce delle anime, la loro vita, la loro ricompensa, il loro fine! Il mio sangue cancella tutti i loro peccati, poiché Io sono il loro Riparatore e Redentore!» ”
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Diario di Suor Faustina Kowalska
Il diario, scritto in forma di memorie, è stato scritto da Santa Faustina negli ultimi quattro anni della sua vita. In esso è rivelata la profondità della vita spirituale e la comunione della sua anima con Dio. Il Signore ha elargito alla Santa grandi grazie: il dono della contemplazione, della conoscenza profonda del mistero della misericordia Divina, visioni, rivelazioni, stigmate nascoste, il dono della profezia e di conoscenza delle anime, ed anche il dono rarissimo delle nozze mistiche. (Diario pag. 10).
Scritto da Santa Suor Faustina Kowalska, ricordata il 5 ottobre
(Gesù dice) “Evita le preoccupazioni e le angustie su quello che potrà accadere in futuro. Non sconvolgere i miei piani, volendomi imporre le tue idee: lasciami essere Dio e agire solo per il tuo bene. Abbandonati a me con fiducia; riposa in me e lascia nelle mie mani il tuo futuro. Dimmi sempre: «Gesù, io confido in Te».”
Una volta che ero stanca di queste incertezze domandai a Gesù: «Gesù, sei Tu il mio Dio o sei un fantasma? I Superiori infatti mi dicono che capitano illusioni e fantasmi di vario genere. Se sei il mio Signore Ti prego di benedirmi». Allora Gesù fece un gran segno di croce su di me e io mi segnai. Quando chiesi perdono a Gesù per quella domanda, Gesù mi rispose che con quella domanda non Gli avevo recato alcun dispiacere ed il Signore mi disse inoltre che la mia fiducia Gli piaceva molto.
Durante la preghiera ho udito queste parole: «Figlia Mia, il tuo cuore si riempia di gioia. Io, il Signore, sono con te. Non aver paura di nulla sei nel Mio Cuore».
(Gesù dice) “Oh! quanto Mi ferisce la diffidenza di un’anima! Tale anima riconosce che sono santo e giusto, e non crede che Io sono misericordioso, non ha fiducia nella Mia bontà. Anche i demoni ammirano la Mia giustizia, ma non credono alla Mia bontà. Il mio Cuore gioisce del titolo di Misericordia. Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo di Dio. Tutte le opere delle Mie mani sono coronate dalla Misericordia.”
Oggi Gesù mi ha detto: «Desidero che tu conosca più a fondo l’amore di cui arde il Mio Cuore verso le anime e lo comprenderai quando mediterai la Mia Passione. Invoca la Mia Misericordia per i peccatori; desidero la loro salvezza. Quando reciterai questa preghiera con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli concederò la grazia della conversione». La breve preghiera è la seguente: «O Sangue e Acqua, che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di Misericordia per noi, confido in Te»
5.XII.1934 La sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifica l’anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il vero amore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che incontro nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria, per l’interpretazione distorta delle mie intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro verso di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e per le forze che vengono meno, per il ripudio della mia volontà, per l’annientamento del proprio io, per il mancato riconoscimento in tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l’aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le angosce che è difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l’ora della morte, per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai bevuto il calice dell’amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santa volontà. Avvenga di me secondo il Tuo volere; avvenga di me ciò che ha stabilito la Tua sapienza fin dall’eternità. Desidero bere fino all’ultima stilla il calice della predestinazione, non voglio indagare su questa predestinazione, nell’amarezza c’è la mia gioia, nella disperazione la mia fiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà il Tuo Cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle gioie, ma Ti ringrazio di tutto, o Gesù. La mia delizia consiste nello stare a contemplarTi, o Dio incomprensibile. È in un’esistenza misteriosa che si aggira il mio spirito, poiché è là che sento di essere a casa mia. Conosco bene la dimora del mio Sposo. Sento che in me non c’è nemmeno una goccia di sangue che non arda d’amore per Te. Bellezza eterna, chi Ti conosce una sola volta, non può più amare nessun’altra cosa. Sento la voragine insondabile della mia anima, e che niente può colmarla, all’infuori di Dio. Sento che sprofondo in Lui, come un granellino di sabbia in un oceano senza fondo.
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Fateci uscire da qui!
Sono esposti i punti più significativi che Maria Simma ha avuto nei suoi contatti con le anime del purgatorio.
Premette che, a differenza degli spiritisti, «Noi non abbiamo il permesso di evocare i morti…nel mio caso, mai li ho chiamati, mai li chiamo e mai li chiamerò. Gesù ha permesso questa mia esperienza attraverso Sua Madre.» Afferma di non essere stata la sola ad avere contatti con le anime del purgatorio: «(Di esperienze come la mia) ce ne sono diverse, alcune famose, altre non conosciute. Padre Pio ha spesso visto le anime del purgatorio, poi ancora Santa Caterina da Genova, San Giovanni Bosco e Santa Brigida di Svezia.»
Secondo la mistica austriaca, le anime chiedono di essere aiutate da noi con la preghiera, la recita del rosario e soprattutto con la messa. Tra le critiche rivolte dalle anime ad alcune consuetudini attuali, particolare rilievo avrebbe, secondo Maria Simma, l’abitudine di somministrare la Comunione in mano: «In condizioni normali, solo le mani consacrate dei sacerdoti devono distribuire la Comunione».
Ricorda inoltre che il Signore «ci avverte con disastri ecologici naturali e causati dall’uomo, tra cui vi sono i terremoti, le grandi carestie e le pesti, di cui l’AIDS non è l’ultima. Nessuno può negare che queste cose continuano di fatto a verificarsi e con una regolarità impressionante. Ma una cosa per la quale pochissimi sono preparati è un crollo dell’economia mondiale che metterà i grandi e i potenti letteralmente in ginocchio»
Intervista di Nicky Eltz a Maria Simma, nata in Cielo il 16 marzo 2004
Capitolo PREFAZIONE
Caro lettore, quello che ora tieni fra le mani è un libro estremamente interessante. L’aldilà parla. Dà consigli, chiede aiuto e dà risposte
Capitolo ALCUNE ESPERIENZE DI MARIA SIMMA
“Qual è esattamente la differenza tra la sua esperienza e quella degli spiritisti e dei cosiddetti medium?”
“La differenza è molto semplice e molto chiara, e noi DOBBIAMO attenerci ad essa con estrema SERIETÀ’. Se si dovesse credere ad un sola cosa che dico, vorrei che fosse questa. Quello che avviene è che gli spiritisti PENSANO di chiamare le anime dei defunti ma, se si verifica una risposta alla loro chiamata, si tratta SOLO e senza eccezione della risposta di SATANA e di chi lo rappresenta. Quello che gli spiritisti fanno è molto, molto pericoloso sia per loro stessi, sia per le persone che vanno da loro per essere aiutate. Si tratta solo di un’enorme quantità di bugie. Noi NON abbiamo il permesso di evocare i morti! E SEVERAMENTE PROIBITO! Nel mio caso, MAI li ho chiamati, MAI li chiamo e MAI li chiamerò. Gesù ha permesso questa mia esperienza attraverso Sua Madre. Naturalmente Satana può imitare e simulare, e lo fa regolarmente, qualsiasi cosa e tutto ciò che proviene da Dio. Scimmiotta Dio e scimmiotta tutto ciò che Dio compie. Può imitare le voci delle anime ed il loro aspetto. Ma ripeto: qualsiasi sia la reazione, essa viene SEMPRE dal demonio! Non dimenticate che Satana può anche guarire, ma queste guarigioni sono solo momentanee.”
Capitolo FUNERALI E TOMBE
“Le anime del Purgatorio vi hanno mai parlato di funerali?”
Certamente! Le anime preferiscono restare nelle proprie case per un po’ di tempo e non essere subito portate al gelido obitorio, dove non c’è un clima adatto alla preghiera. Portandole via di casa subito, come spesso avviene, vengono a mancar loro tutte quelle attenzioni che si aspettano in quel frangente e le preghiere a loro tanto necessarie. Poi, come le dissi ieri, sono presenti al proprio funerale e quindi vedono chi è venuto per pregare davvero e chi invece, è venuto solo per far bella presenza o peggio. Odono quello che noi diciamo di loro in questa occasione. Le lacrime non li toccano; le lacrime servono a noi, per la nostra guarigione interiore, non per la loro. I funerali dovrebbero essere cerimonie semplici, svolte in un clima compreso di affetto sincero.
Capitolo LA SOFFERENZA E LA RIPARAZIONE
“Se qualcuno soffre e non offre questa sofferenza al Signore, il valore di quella sofferenza viene perso?”
Nel senso in cui quell’anima non arriverà prima in Paradiso, si. Comunque, quella sofferenza può essere il risultato il più delle volte di qualcosa commesso in passato e che ora viene riparato. Il Signore permette che ciò accada, che noi collaboriamo o meno. Egli è puro amore e sa perfettamente cosa è meglio per noi.
Il libro è disponibile online
Per chi desidera conoscere tramite youtube le esperienze di Maria Simma con le anime del Purgatorio, premere il tasto a fianco
Il castello interiore
Il libro definisce i vari stadi dell’estasi, immaginati come 7 stanze, 7 diversi gradi di vicinanza a Dio (fino all’unione) o meglio di “trasloco” di Dio dentro il nostro cuore. Paradossalmente quanto più Dio entra in comunione con Teresa, tanto più si diradano le estasi e lei raggiunge, come scrive, “la vera pace”, ma solo dentro di sé perché proprio allora comincia il periodo più impegnativo della sua vita. Per la Santa la vita spirituale di ciascuno è concepita come “un castello tutto di diamanti e vetri chiari, in cui ci sono tante stanze, così come nel cielo ci sono tante dimore”. Per raggiungere la definitiva unione con Dio, l’anima umana dovrà percorrere sette stanze del castello.
Scritto da Santa Teresa d’Ávila, ricordata il 15 ottobre
La prima dimora è segnata dalla preghiera: “La porta per entrare è la preghiera e la meditazione”.
Nella seconda dimora, Dio entra nell’anima attraverso richiami esterni, la lettura di un libro, le parole di una predica, o anche le esperienze dolorose, come le malattie. Se queste chiamate di Dio sono ascoltate e la propria vita è ordinata alla volontà di Dio compiendo opere buone, cercando di stare lontani dai peccati, la ricompensa è costituita dalle consolazioni che sono le emozioni che accompagnano l’essere umano.
Nella terza, si lotta e si persevera per non interrompere mai più il rapporto d’amore che lega il fedele a Dio. La terza dimora rappresenta dunque, per moltissimi cristiani, quel luogo in cui abiteranno quasi tutta la vita, o nel quale trascorreranno lunghi anni.
E, finalmente, siamo nel vero e proprio cammino che comincia nella quarta dimora dove l’iniziativa si sposta completamente nelle mani di Dio; non si tratta del movimento dell’anima a Dio, ma del movimento che va da Dio all’anima, e ciò si concretizza nella differenza fra consolazioni e dolcezze: queste ultime hanno la loro origine in Dio e consentono l’orazione di quiete.
La quinta dimora, si delinea nel gioco sottile dell’essere addormentati o desti; i sensi e le potenzialità umane si sono addormentati, ora si è svegli per Dio, perciò ci si addormenta alle cose del mondo e ci si risveglia in una dimensione diversa.
Giungiamo allora alla sesta dimora, al fidanzamento spirituale: questa immagine serve per comprendere in termini umani ciò che accade fra Dio e l’anima, quando cercano di conoscersi e di provare il loro amore.
Ultima la settima, in cui troviamo lo stato di unione con la divinità di Dio. Le Tre Persone si chinano sull’anima e si manifestano a essa in modo che la “divina compagnia” non l’abbandonerà più anche se la visione diretta non l’accompagnerà sempre, ma a tratti.
CAPITOLO Prime Mansioni – Capitolo I
“Che confusione e pietà non potere, per nostra colpa, intendere noi stessi e conoscere chi siamo […] Sì, sappiamo di avere un’anima, perché l’abbiamo sentito e perché ce l’insegna la fede, ma così all’ingrosso, tanto vero che ben poche volte pensiamo alle ricchezze che sono in lei, alla sua grande eccellenza e a Colui che in essa abita. E ciò spiega la nostra grande negligenza nel procurare di conservarne la bellezza. Le nostre preoccupazioni si fermano tutte alla rozzezza del castone, alle mura del castello, ossia a questi nostri corpi”.
CAPITOLO Seconde Mansioni – Capitolo unico
“Siamo ancora ingolfati negli affari, nei passatempi, nei piaceri e nelle distrazioni mondane; e siccome fra bestie tanto velenose, pericolose e insidiose, fa quasi meraviglia non inciampare e cadere, cadiamo ancora nei peccati e poi ci rialziamo. Eppure questo nostro Signore vede tanto volentieri che noi l’amiamo e ne cerchiamo la compagnia, che non lascia di quando in quando di chiamarci perché andiamo a Lui. Ed è così dolce la sua voce che la povera anima, vedendo di non saper far subito quello che le dice, si sente tutta distruggere! Ecco perché ho detto che è più penoso udire che non udire”.
CAPITOLO Terze Mansioni – Capitolo I
“L’importante – credetemi – non è nel portare o nel non portar l’abito religioso, ma nel praticare la virtù, nel sottometterci in tutto allo volontà di Dio, affinché la nostra vita scorra in conformità delle sue disposizioni, e nel non volere che si faccia la nostra, ma la sua volontà”.
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Il Cuore Ammirabile della SS. Madre di Dio
Ciò che determinò San Giovanni Eudes a scrivere un’opera intera, divisa in dodici libri, sul Santo Cuore della Madre di Dio, fu il fatto che, pur essendo stati scritti molti libri su Maria Santissima, non ve n’è nessuno che parli del suo amabilissimo Cuore «e tuttavia, è ciò che vi è di più degno, di più nobile e di più ammirabile in questa divina Vergine, ed è altresì la fonte e l’origine di tutte le sue grandezze».
Scritto da San Giovanni Eudes, ricordato il 19 agosto
Ricordiamo, però, che tale torre è d’avorio: «Turris eburnea». e non vuol nulla d’impuro, di meno candido in sé; è la torre di Davide «Turris David» aperta soltanto ai seguaci della mansuetudine di Gesù: è una torre costruita a perfezione e ornata d’ogni qualità di pietre preziose: «Turris Jerusalem gemmis aedificabuntur» e chiunque vi vuole abitare deve rinunciare ad ogni sorta di peccati e di imperfezioni, e abbracciare di tutto cuore la pratica delle virtù cristiane.
Il Cuore di Maria, nella sovrabbondanza della sua carità, non ha mai avuto altra dimora né altra vita che in Dio, e Dio vi ha abitato sempre, vi è vissuto sempre, vi ha regnato in modo sublime, conforme alle parole: «Dio è carità, e colui che dimora nella carità dimora in Dio, e Dio dimora in Lui» (I Gv 4, 16).
Vi sono mirabili rassomiglianze tra il Cuore del Padre e il Cuore della Madre, per cui in esso riposa e si delizia il Cuore di Gesù. Cinque le principali qualità indispensabili all’anima, perché il Re dei Cuori ami farvi la sua entrata e prendervi dolce riposo:
1. Una fede viva e perfetta, animata dalla carità e accompagnata dalle varie virtù cristiane;
2. Una profonda umiltà;
3. Una purezza perfetta;
4. Una completa sottomissione alla divina volontà;
5. Un grande amore alla croce ed alla mortificazione.
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I dolori mentali di Gesù
Santa Camilla Battista racconta che il Signore ha familiarmente colloquiato con lei comunicandole rivelazioni che fa conoscere attraverso i suoi scritti. Uno di questi è l’opera “I Dolori mentali di Gesù nella sua Passione”, dolori interiori del Cuore umano del Salvatore che – afferma suor Battista – furono molto più forti di quelli fisici. Queste rivelazioni hanno favorito la sua vita di contemplazione e, lungo i secoli, quella di innumerevoli altre persone.
Scritto da Santa Camilla Battista da Varano, ricordata il 31 maggio
“Quello che qui segue sono quei dolori interiori di Cristo benedetto, che come ho detto [Gesù] mi ha comandato di scrivere.”
“L’altro dolore che accoltellava l’anima mia era la continua memoria del santo collegio degli Apostoli, colonne del cielo e fondamento della mia Chiesa in terra, che io vedevo come sarebbe stato disperso quali pecorelle senza pastore e conoscevo tutte le pene e martirii che avrebbero dovuto patire per me. Sappi dunque che mai un padre ha amato con tanto cuore i figli né un fratello i fratelli né un maestro i discepoli come io amavo gli Apostoli benedetti, dilettissimi miei figlioli, fratelli e discepoli.”
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Il libro della grazia speciale
Il libro ha avuto molta fortuna nel corso dei secoli. Secondo una notizia, già Boccaccio lo conosceva seppure con il titolo di “Lode di dama Matilde” e ne attestava la diffusione e la notorietà. La prima edizione a stampa risale al 1536 ad opera di Giovann Lanspergo, il quale si occupò di pubblicare anche le rivelazioni di santa Gertrude. Il libro impressionò talmente tanto l’energica Fede di Dante Alighieri, che ne introdusse i più bei squarci nella Divina Commedia, facendo di Donna Matelda una delle più celestiali figure del mondo d’oltre tomba.
Il Libro divenne per gli Scrittori Ascetici come uno dei più autorevoli libri di testo; così che da più secoli, per l’unanime consenso della Chiesa, esso va esercitando una grande influenza sulla pietà Cattolica, orientandola specialmente verso il Sacro Cuore di Gesù. Infatti, è stato questo libro, insieme alle rivelazioni di Santa Gertrude, a preparare gli animi dei fedeli alle grandi rivelazioni del Sacro Cuore per opera di Santa Margherita Alacoque.
Scritto dalle consorelle di Santa Matilde di Hackeborn, ricordata il 19 novembre
LIBRO PRIMO – CAPITOLO I – NELLA FESTA DELL’ANNUNCIAZIONE DELLA BEATA MARIA VERGINE
Giunta l’ora del regale banchetto in cui la Santa doveva ricevere il Diletto dell’anima sua comunicandosi col sacramento del corpo e del sangue di Cristo, ella sentì queste parole: Tu in me, o Sposa mia, ed io in te; e in eterno non ti abbandonerò mai.
Ma essa altro non desiderava che di lodare Iddio; perciò il Signore le donò il suo Cuore Divino sotto il simbolo d’una coppa d’oro meravigliosamente ornata, dicendole: “Con questo mio divin Cuore tu sempre mi loderai. Va dunque ad offrire a tutti i Santi il liquore di vita che si contiene nel mio Cuore, affinché ne siano felicemente inebriati”.
LIBRO PRIMO – CAPITOLO XVIII – RISURREZIONE E GLORIFICAZIONE DI GESÙ CRISTO
[Gesù:] “Prima di comunicarti,” disse il Signore, “esaminerai con gran cura la stanza della tua anima ber vedere se le sue pareti sono sporche o l’intonaco in disordine. Nel lato orientale, considererai se sei stata zelante o negligente in tutto ciò che riguarda Dio: nella lode, nell’azione di grazie, nella preghiera, nell’osservanza dei comandamenti. Nel lato meridionale; esaminerai in qual modo sei stata divota verso mia Madre e tutti i Santi; penserai se hai approfittato dei loro esempi e dei loro insegnamenti. Nel lato occidentale, osserverai con attenzione se sei andata avanti o indietro nel bene, se sei stata obbediente, umile, paziente nel sopportare le ingiurie, fedele nell’osservare le regole e gli statuti; esaminerai se hai combattuto e vinto i tuoi difetti. Dal lato di tramontana, osserverai se sei stata fedele verso la Chiesa intera; come ti sei comportata col tuo prossimo, se l’hai amato con intera carità, ed hai considerato come tue le sue pene; se hai pregato divotamente per i peccatori, per le anime dei fedeli e per tutti quelli che sono nel bisogno. E se sopra qualcuno di Questi punti troverai qualche macchia o qualche fallo ti applicherai a ripararlo con la penitenza e la soddisfazione”.
LIBRO PRIMO – CAPITOLO XXVIII – NELLA FESTA DELL’ ASSUNTA
Ora, il Signore dava a ciascuna un pezzetto di pane diviso in 5 bocconi, ciò che fece comprendere a Metilde che, nel giorno della comunione, ognuno deve offrire un banchetto al Signore applicandosi a queste 5 cose:
1. lodare Dio per quanto è possibile, in unione con la gloria che Cristo rendette al Padre suo con le sue opere e con le sue lodi, e quindi compiere tutte le proprie azioni per amore e gloria di Dio;
2. in unione col sentimento di gratitudine per il quale Cristo prese la natura umana e in unione con l’amore per cui rese grazie a Dio quando ci fece il gran benefizio della Eucaristia, passare la giornata della comunione in un sentimento di profonda riconoscenza;
3. moltiplicare i santi desiderii, affinché l’anima non resti vuota, per così dire, in presenza di un tanto ospite
4. proporsi di fare tutte le proprie azioni, in quel giorno, a vantaggio del mondo intero;
5. proporsi pure di aiutare, con le proprie azioni e le proprie pene, le anime dei fedeli trapassati.
LIBRO SECONDO – CAPITOLO XIV – L’ANIMA SI ANNIDA NEL CUORE DEL SIGNORE
Un’altra volta, dopo la Santa Comunione, il Signore le disse: “Ecco, io sono in te, e tu in me, immersa nella mia onnipotenza come il pesce nell’acqua”.
LIBRO TERZO – CAPITOLO XI – PER VIVERE SECONDO IL BENEPLACITO DEL SIGNORE E RIPARARE LE PROPRIE NEGLIGENZE
[…] Metilde pregava ancora il Signore che le volesse insegnare come potesse vivere ad ogni istante secondo il suo beneplacito. Il Signore disse: “Ogni mattina, nell’alzarti mi offrirai il tuo cuore, affinché io lo riempia del liquore del mio amore. Nella messa, starai con me come in un convito dove tutti si riuniscono niuno eccettuato, ma nel quale tutti partecipano alla spesa, cioè apportano il contributo delle loro preghiere. Io che sono il Signore, nella messa guarisco le piaghe di tutti con la liberalità della mia divina Maestà; rimetto i peccati; arricchisco di virtù quelli che ne sono privi e consolo tutti gli afflitti. […]”
LIBRO TERZO – CAPITOLO IX – “CRISTO VIVE IN ME” – UNIONE COL SIGNORE
Metilde ripigliò: “Se voi ci amate al punto che possiamo appropriarci tutto quanto è vostro, o dolcissimo Signore e mio Dio, ditemi che dobbiamo fare”. Il Signore rispose: “Offrite a Dio Padre tutti i vostri desiderii, le vostre intenzioni e le vostre preghiere unendo tutto ai miei desideri ed alle mie preghiere. Quest’offerta ascenderà verso Dio e a Lui sarà accetta come una sola offerta con la mia, in quella guisa che vari aromi gettati assieme sul fuoco producono un solo fumo il quale dritto sale al cielo […]”
LIBRO TERZO – CAPITOLO XXIII – COME ESERCITARE LA PROPRIA MEMORIA – INTENZIONI
Quella pia vergine pregava un giorno il Signore che si degnasse farle il dono di averlo sempre presente alla memoria del proprio cuore. Il Signore le mostrò il suo divin Cuore come una casa. L’anima, svolazzando come una colomba, entrò in quel Cuore amantissimo e vi trovò un mucchio di frumento. Il Signore le disse: “Quando la colomba trova del frumento in grande quantità, non porta via tutto, ma sceglie quei pochi granelli che le piacciono. Così devi fare anche tu; quando sentirai o leggerai la parola di Dio, la tua mente non potrà ritener tutto; raccoglierai tuttavia alcune parole onde ripassarle nella memoria e penserai: – Vediamo, in questa lettura che cosa ti insegna o ti prescrive il tuo Diletto? – ”
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Il libro della saggezza eterna
C’era una volta un prete, che stava un giorno dopo il mattutino dinanzi al Crocifisso e si lamentava intimamente con Dio di non essere in grado di immaginarsi i suoi martiri e le sue sofferenze, e ciò lo addolorava assai, poiché da lungo tempo ormai stava soffrendo di questa incapacità. E mentre stava lamentandosi così, i suoi sensi interni entrarono in una insolita estasi, ed egli ebbe questa chiara illuminazione: “Inginocchiati cento volte e consacra ad ogni inginocchiamento la meditazione particolare di uno dei miei dolori, congiungendo ogni meditazione al desiderio di esso imprimendoti nello spirito ogni singolo dolore per soffrirne ancora una volta per mio amore fino al limite della sopportazione”.
Scritto da Beato Enrico Suso, ricordato il 2 marzo
Capitolo – Come è ingannevole l’amore del mondo e come è pieno l’Amore di Dio
O Bene grazioso, se mi allontano da te per un poco, mi sento come il cerbiatto che ha perduto la madre e che viene cacciato violentemente e resiste con improvvise fughe finché non è riuscito a fuggire ed a raggiungere il suo giaciglio. Signore, fuggo e corro a te con fervido e caloroso ardore, come il cervo alla fonte viva. Signore, un’ora sola senza di te è lunga come un anno intero; un giorno lontano da te, è come mille anni per il mio cuore Amoroso.
Capitolo – Dell’eterno dolore infernale
Dove sono ora quelli che presero dimora in questa vita con quiete gioia, con mollezze e comodità? Ahimè, a che giovano ora i piaceri temporali, che si perdono col breve scorrere del tempo, come se non fossero mai esistiti? […] O, sofferenze di quel mondo e di questo, quanto siete diverse le une dalle altre!
Capitolo – Dell’eterno dolore infernale
Dove sono ora quelli che presero dimora in questa vita con quiete gioia, con mollezze e comodità? Ahimè, a che giovano ora i piaceri temporali, che si perdono col breve scorrere del tempo, come se non fossero mai esistiti? […] O, sofferenze di quel mondo e di questo, quanto siete diverse le une dalle altre!
Capitolo – Della nobiltà incommensurabile della Sofferenza temporale
Signore dilettissimo, dimmi ora, quali sofferenze credi che siano utili e buone nell’intimo?
Risposta della Saggezza Eterna: Credo che lo siano le sofferenze accettate volontariamente ed incontrate involontariamente, Se l’uomo fa virtù di questa necessità, sì da non voler rinunciare ad essa senza mia volontà e da includerla nella mia eterna lode con umile ed amorevole pazienza; quanto più questa decisione è spontanea, tanto più è nobile ed a me accetta.
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Il manoscritto del Purgatorio
Elisa Sofia Clementina Hebert nacque a Nehou- St- Georges il 1-12-1840. Attratta, fin dall’adolescenza, dall’ideale della vita religiosa, all’età di 18 anni, chiese ed ottenne di entrare come novizia nel convento delle Agostiniane di Valognes, prendendo il nome di Suor Maria della Croce.
La vita di Suor Maria della Croce è legata a dei fatti straordinari, che ebbero una ripercussione notevole sul suo cammino spirituale: parlò con una consorella defunta dal novembre del 1873 al novembre del 1890. nel 1871 per il diffondersi di una terribile epidemia morirono diverse suore. Il 22 febbraio di quell’anno, colpita dal virus, repentinamente moriva anche una giovane di 36 anni, Suor Maria Gabriella. Questa, diventata suora senza una vera vocazione, compiva con una certa superficialità e tiepidezza i doveri del suo stato, perciò veniva ripresa da Suor Maria della Croce, da cui dipendeva direttamente. Un giorno, mentre veniva rimproverata per una delle sue abituali mancanze, quasi per celia, disse: “Ebbene, se andrò in Purgatorio, me ne trarrete voi fuori!”. Nessuna, delle due sospettava neppure lontanamente quello che sarebbe realmente accaduto.
Più di due anni e mezzo dopo la sua morte, nel novembre del 1873, mentre Suor Maria della Croce si trovava nella sua cameretta, improvvisamente sentì dei gemiti prolungati…”Oh! Esclama in preda allo spavento, chi siete?…Voi m’incutete paura!…Soprattutto non apparite, ma ditemi chi siete!”. Non avendo ricevuto alcuna risposta, impressionata, ne parlò con la superiora, Suor Angela Quettier, che era anche sua zia per parte di madre. La superiora cercò di sdrammatizzare il fatto, dicendole: “E’ un’anima del Purgatorio, pregheremo per lei”. Da quel giorno innalzarono a Dio incessanti e fervorose preghiere, ma i gemiti continuarono a farsi sentire tanto che la religiosa pensò di trovarsi alla presenza di suggestioni diaboliche. Finalmente, il 15 febbraio del 1874, la defunta rivela il suo nome: “Perché vi ho recato dispiacere il buon Dio vuole che siate voi a pregare per me!…” “Non sono il diavolo! Sono Suor Maria Gabriella. Non vi lascerò tranquilla fin tanto che non sarò in cielo”.
Scritto da Suor Maria della Croce, vissuta nel XIV° secolo
Non occupatevi troppo della vostra salute. Il buon Dio ve ne darà abbastanza per poterLo servire. Dovete star sempre, soprattutto durante le vostre azioni, così raccolta in voi stessa come lo siete durante il ringraziamento dopo la santa Comunione. […] Non fate mai nulla, senza raccogliervi un istante, e senza chiedere consiglio a Gesù che è nel vostro cuore…
Dovete inoltre, non solo allestire una dimora a Gesù, ma anche invitarLo. Poiché a che servirebbe preparare un bel appartamento ad un amico, se non lo si invita mai ad entrarvi? Invitate dunque sovente Gesù coi vostri desideri e soprattutto col vostro amore
Il buon Dio desidera che pensiate sempre a Lui, che facciate tutto sotto i suoi sguardi divini: le preghiere, il lavoro; in una parola, che non Lo perdiate di vista per quanto è possibile
(Dinanzi al SS. Sacramento) – Vedete com’è solo Gesù! Eppure in questo momento potrebbero esserci più persone, se si avesse un po’ più di buona volontà. Ma, quanta indifferenza…, anche tra le anime religiose! Nostro Signore è sensibilissimo a questo riguardo. Almeno, amateLo voi in luogo di codeste anime ingiuste ed il buon Gesù sarà risarcito di tale noncuranza.”
Molte azioni, buone in se stesse, nell’ultimo giorno non avranno ricompensa, perché non sono state offerte al buon Dio (intenzionate) prima di compierle.
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Per chi vuole approfondire
Il quaderno dell’amore
I “Quaderni dell’Amore” sono stati scritti dalla mano di Luigi Gaspari, figlio spirituale di Padre Pio, per Volontà Testamentaria espressa, a nome di Dio dalla viva voce di Padre Pio. Queste le parole di Luigi Gaspari: “Egli mi diceva: “i Quaderni” sono, saranno la Voce di Giustizia e d’Amore della immutabile Volontà di Dio espressa nel Suo Unico, Eterno, Testamento. Sulla terra regna la discordia perché nei cuori degli uomini figli di Dio, non si è fatta UNICA, la Voce d’Amore nella Conoscenza della Volontà Testamentaria di Dio (Sacre Scritture). Per tale ragione Padre Pio mi assicura che è Volontà di Dio che i “Quaderni dell’Amore” entrino nelle case di tutto il mondo, per aiutare gli uomini ad amare la Verità nella conoscenza delle S. Scritture. Le parole dei “Quaderni dell’Amore” saranno la luce che illumina per accrescere la conoscenza della Verità. L’accresciuta conoscenza della Verità di Dio riporterà all’orecchio dei cuori degli uomini LA VOCE DELL’ETERNO AMORE DI DIO.”
Scritto da Luigi Gaspari, figlio spirituale di Padre Pio
Siate docili e benevoli tra voi, aiutatevi e correggetevi a vicenda, ma mai separatevi.
La soluzione di tutto è l’attesa paziente e serena della luce che si accenderà in voi.
“Sono morto in croce per voi, per soffrire al posto vostro, per avere diritto di chiedervi di amarmi, per tutto l’amore che ho saputo dimostrarvi”.
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Insegnamenti dalle anime del Purgatorio
Questi sono gli insegnamenti che ho ricevuto dalle anime del Purgatorio. Credo che siano molto importanti c che vadano presi sul serio. Che il buon Dio possa impartire la sua benedizione affinché possano servire alla salvezza eterna di coloro che li leggeranno e daranno loro retta.
Scritto da Maria Simma, nata in Cielo il 16 marzo 2004
Capitolo: La comunione
Grazie alle tue esperienze, sai già che nel popolo cattolico molte discordie, dissidi e disaccordi anche all’interno delle famiglie sono dovuti al fatto di ricevere la comunione in piedi e in mano. Pensateci bene! Queste incomprensioni e quest’indifferenza vengono da Dio o dal diavolo? Sì, ricevere la comunione in mano e in piedi è opera del diavolo, ce ne sono prove a sufficienza. Chi non se ne avvede è cieco
Capitolo: La condotta interiore
Dio non si fa modernizzare, e nemmeno i dieci comandamenti che sono validi oggi come in passato.
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La mia vita nel cuore della Trinità
Diario della Beata Elisabetta Canori Mora, sposa e madre. Un’opera di profonda mistica per nutrire in Spirito e Profezia gli innamorati di Dio.
Scritto dalla Beata Elisabetta Canori Mora, ricordata il 5 febbraio
Capitolo 2.2. Un dardo di fuoco
“Ero già risoluta di dare mente al tentatore, quando il pietoso condottiere mi impose di restare; ecco che quella divina colomba mi invia prezioso dardo, di sacro fuoco restò colpito il mio cuore intimamente. Il prezioso colpo mi cagionò deliquio mortale; tornata che fui, mi trovai tutt’altro di quella di prima, mi intesi trasmutare in un’altra; tutto fervore, tutta carità, sentivo nel mio cuore gli effetti mirabili di quel dardo amoroso, qual vampa di sacro fuoco incendiava il mio spirito, e mi rendeva quasi pazza; di amore accesa andavo esclamando: «Hai vinto, hai vinto pure una volta, o santo amore! hai vinto la durezza del mio ostinato cuore, o sacro dardo di amore, trapassa vie più il mio cuore!».“
Capitolo 2.5. Da timida pecorella a forte leone contro il demonio
“Una mattina, dopo ricevuta la santa Comunione, con santa semplicità raccontai tutto a Gesù Cristo, e piangendo gli dicevo:
«Gesù mio, sicuramente resterò vinta, Gesù mio, pensateci voi».
In questo tempo fu sopito il mio spirito, e il mio caro Gesù mi si diede a vedere sotto forma di pastorello. La povera anima mia la vedevo in forma di pecorella, questo divino pastorello mi chiamava a sé, dopo avermi accarezzato, pose sopra la mia fronte prezioso segno, e mi fece intendere che, per parte di questo segnale, nessuno dei miei nemici mi avrebbe potuto prevalere. Incominciai in quel momento a sperimentare i buoni effetti, intesi in quel momento somministrare al mio spirito forza sufficiente per vincere i miei forti nemici, sicché da timida pecorella passai a possedere la forza di forte leone, armata di fede, di speranza e di carità in quello che tutto regge e governa, io stessa sfidai i miei orgogliosi nemici.”
Capitolo 25.3. Le gravi afflizioni della Chiesa
“Al momento si vide sulla terra apparire un bello splendore, che annunziava la riconciliazione di Dio con gli uomini; dai santi angeli fu condotto il piccolo gregge di Gesù Cristo avanti al trono del gran principe san Pietro. Questo gregge era quel suddetto gregge di buoni cristiani, che in tempo del tremendo castigo sarà rifugiato sotto i misteriosi alberi anzidetti, significati quali gloriosi stendardi della croce, insegna misteriosa della nostra santa religione cattolica. I misteriosi frutti dei suddetti alberi sono i meriti infiniti di Gesù crocifisso, che per amore del genere umano volle essere appeso sopra l’albero della croce.“
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La passione
Scrive Catalina Rivas: “Io, indegna sua creatura, […] che non ho mai saputo niente di teologia, né ho mai letto la Bibbia… improvvisamente ho iniziato a conoscere l’Amore del mio Dio… “. I messaggi di una straordinaria bellezza, profondità spirituale e indubbia validità teologica, rivelano, nella loro semplicità e immediatezza, la misericordia immensa di dio che, nella sua giustizia, non vìola la libera volontà dell’uomo. Il 2 aprile 1988 ottengono l’Imprimatur.
Scritto da Catalina Riva, mistica e missionaria laica del Cuore Eucaristico di Gesù
Lottate senza riposo e non lasciate che le vostre cattive inclinazioni e i vostri difetti diventino abitudini. Guardate che l’erba va tagliata tutti gli anni e, magari, anche durante le quattro stagioni. La terra deve essere lavorata e tenuta pulita, bisogna migliorarla e avere cura di strappare le male erbe che vi spuntano. Anche l’Anima deve essere curata con molto impegno e bisogna raddrizzare le tendenze contorte.
Non sono 10 e neppure 20 i carnefici che straziano il Mio Corpo… sono moltissime le mani che feriscono il Mio Corpo, ricevendo la Comunione nella mano: opera sacrilega di Satana.
In riparazione all’incoronazione di spine … tu incoronaMI di baci.
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Le rivelazioni di Santa Gertrude
Questo libro contiene diverse e utilissime rivelazioni utili ad ogni cristiano. Vi si può vedere in quale modo e con quali esercizi si può onorare Dio Padre, i Santi e la Chiesa stessa. Ogni cristiano devoto potrà servirsi di questi esercizi non soltanto nei giorni di festa per cui sono scritti, ma indifferentemente in ogni momento.
Scritto da Santa Gertrude la Grande, ricordata il 16 novembre
CAPITOLO 77 – LE TENTAZIONI
Gertrude pregava un giorno per una persona assalita dalla tentazione, e il Signore le disse: «Io permetto questa tentazione per farle conoscere e deplorare il suo difetto, essa cercherà di vincerlo, e non riuscendovi si umilierà. Questa umiliazione cancellerà allora quasi interamente ai miei occhi altri difetti che essa ancora non riconosce. Colui che scorge una macchia sulla sua mano, non lava soltanto la macchia, ma anche le mani, e così le purifica anche da ogni traccia di polvere, che egli non avrebbe tolta se questa macchia visibile non gliene avesse dato l’occasione».
CAPITOLO 78 – LA COMUNIONE FREQUENTE PIACE A DIO
Una persona, eccitata da zelo di giustizia, giudicava spesso alcune altre persone che trova poco devote e poco preparate a ricevere la Comunione con frequenza. Qualche volta ne faceva anche loro pubblico rimprovero, così che esse, diventate timorose, non osavano più comunicarsi.
Chiese un giorno al Signore se approvava questo suo modo di agire, ed Egli rispose: «Le mie delizie sono di stare coi figlioli degli uomini e Io ho istituito questo Sacramento perché lo si rinnovasse spesso in mia memoria, impegnandomi a restare per esso coi miei fedeli fino alla consumazione dei secoli. Chiunque cerca di allontanare dalla Comunione un’anima che non è in stato di peccato mortale, impedisce e sospende le delizie che Io avrei potuto trovare in essa. Egli assomiglia ad un precettore severo che impedisce al figlio del re di giocare con dei poveri bambini suoi coetanei, nonostante che il giovane principe vi trovi molto piacere, e ciò sotto pretesto che gli conviene di più ricevere gli onori dovuti al su orango che divertirsi sulla piazza a giocare alla palla». Essa allora disse: «Se questa persona fosse ben decisa a non dare più in avvenire tali consigli, le perdoneresti ciò che ha fatto finora?». «Non solo glielo perdonerei – disse il Signore -, ma troverei nel suo buon proposito un piacere simile a quello del figlio del re se il suo precettore, cambiando parere, gli riconducesse spontaneamente i suoi piccoli amici che prima aveva scacciato per eccesso di severità».
CAPITOLO 81 – UTILITA’ FUTURA DELLA PREGHIERA
Una persona si lagnava spesso di non sentire alcun vantaggio dalla preghiera che gli altri facevano in suo favore. Essa riferì questa lagnanza al Signore chiedendogliene la ragione. Il Signore rispose: «Domanda a quella persona che cosa troverebbe più vantaggioso per un suo giovane parente a cui desiderasse di veder conferito un beneficio ecclesiastico: che gliene venisse concessa immediatamente la rendita (pur non avendo ancora compiuto i suoi studi) e che lo si lasciasse disporre di essa a suo talento? Il buon senso giudicherebbe più utile concedere al giovanetto soltanto il titolo del beneficio ecclesiastico destinato a procurargli in avvenire grandi rendite; perché se queste gli fossero concesse subito potrebbe dissiparle in spese inutili e trovarsi più tardi povero e misero come prima. La persona per cui preghi abbia dunque fiducia nella mia sapienza e nella mia bontà divina, poiché io sono il padre, il fratello, l’amico dell’anima sia, e veglierò sui suoi interessi spirituali e temporali con più sollecitudine e fedeltà di quella che essa potrebbe impiegare nel curare gli interessi di un suo parente. Sia persuasa che Io serbo per un tempo propizio e determinato il frutto di tutte le preghiere che mi sono state rivolte per lei, e che glielo consegnerò integralmente quando nulla potrà più sminuirlo o renderlo vano. E questo è per lei il meglio, poiché se provasse subito una certa consolazione ad ogni preghiera che si fa per lei, questa gioia spirituale sarebbe forse offuscata dalla vanagloria o resa sterile dall’orgoglio, e se io le concedessi qualche bene temporale, la sua anima potrebbe trovarvi un’occasione di peccato».
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Le sette armi spirituali
Le ‘Armi’ sono un opera singolare da considerarsi insieme diario, confessione, autobiografia e trattato. A ogni pagina traspare la partecipazione intensa dell’autrice che unisce saldamente la teoria con l’esperienza del cammino di fede. Il punto di partenza non è Caterina stessa ma è Dio, che già si è fatto vicino, Amico, Compagno della sua vita. Le tappe più significative nello sviluppo del trattato sono: prologo, presentazioni delle Armi principali; le tentazioni diaboliche nelle quali fu invischiata per cinque anni. Nel corpo centrale dell’opera si evince la dottrina cateriniana della perfezione; la via dell’obbedienza, la via della croce e la via della santa religione; le visioni e i doni straordinari che Caterina descrive con sapienti riflessioni per l’ammaestramento e il cammino del lettore.
(Le Sorelle Clarisse del Corpus Domini di Bologna)
Scritto da Santa Caterina da Bologna, ricordata il 9 marzo
Capitolo: Premessa
“Per il dolce e soave amore Cristo Gesù, prego quelli che la leggeranno di non male interpretarla e di non coglierne gli errori, perché io, sopraddetta cagnola, di mia propria mano scrivo solo nel timore del rimprovero divino se tacessi ciò che potrebbe giovare agli altri; e anche perché, nel dolce ricordo dell’insegnamento dei santi nei loro scritti, ogni creatura deve rendersi testimone del Creatore, secondo i doni della divina Provvidenza conferita a ciascuno dallo stesso divino Creatore. In ciò si riconosce sommamente l’infinita carità di Dio, che quotidianamente si degna di aiutare e difendere la sua creatura, soccorrendola nei continui pericoli; e per questo si accresce la nostra fede in Lui, nostro vero creatore e nostro vero custode.”
Capitolo: Introduzione
“Poiché a questo [il premio della gloria trionfante] non si può giungere senza fare violenza a sé stessi, darò alcuni ammaestramenti a conforto di quanti intraprendono la nobilissima battaglia della obbedienza e si trovano fortemente combattuti dal proprio modo di vedere e pensare e, perciò, si rattristano nel credere di perderne ogni merito.”
Capitolo: Introduzione
“La prima arma è la diligenza; la seconda è la diffidenza verso le proprie forze; la terza è confidare in Dio; la quarta è non dimenticare mai la passione di Gesù Cristo; la quinta è non dimenticare mai la propria morte; la sesta è non dimenticare mai la gloria di Dio; la settima e ultima è non dimenticare mai l’autorità della Santa Scrittura, così come ne diede esempio Cristo Gesù, nel deserto.”
Capitolo: La prima diabolica apparizione
“Un giorno, fu assalita da una cattiva suggestione e vi riconobbe la presenza del diavolo; allora, con grande ardire, la novizia gli disse: – Sappi, maligno, che non mi indurrai in peccato, perché non puoi agire per vie tanto occulte che io non conosca. –
Dio la volle umiliare per quella presunzione e, per mostrarle quanta malizia e quanta astuzia aveva il nemico, gli permise di apparire innanzi a lei nelle sembianze della Vergine Maria e di parlarle così: – Se tu rigetti l’amore vizioso, io ti darò l’amore virtuoso-. E poiché, in quel momento, essa era in orazione pregando la Madre di Cristo, veramente credette che la Vergine Maria si fosse degnata di concederle la grazia di amare ardentemente il suo Figliolo.”
Capitolo: La terza diabolica apparizione
“Si può ben comprendere in quale stato di indicibile amarezza essa rimase, convinta di avere veramente visto la Madre di Cristo e di essere in colpa verso di Lei e il suo Figlio; e si pensi in quanta mortale miseria e tristezza si ritrovò nei giorni che seguirono l’apparizione che, a malapena, sopportava sé stessa tanto che, più volte, fu sul punto di cedere alla disperazione; se non avesse saputo che il peccato più grave è la disperazione; ma la divina bontà la sostenne, lasciandole il dono della buona volontà e il vivo desiderio di non fare nulla contro il volere divino.”
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Lui ed io. Diario di una mistica del novecento
Resoconto, quasi stenografico, del faccia a faccia sublime di Gabrielle Bossis con Cristo, “Lui e io” è il diario intimo di una mistica del nostro tempo, immersa nel mondo, tra la gente, impegnata in un lavoro come tanti altri, quello di attrice di teatro. I dialoghi da lei annotati sono destinati a parlare ai cuori di tutti, a consolare le anime. Il cardinal Camillo Ruini, incoraggiando in altra occasione alla lettura di queste parole, scriveva che stimolano il lettore “a percepire l’invisibile nel visibile, l’eterno nel transitorio, l’amore divino nelle pieghe della solitudine e della sofferenza”
Scritto da Gabrielle Bossis, attrice, scrittrice e mistica francese, nata in Cielo il 9 giugno 1950
26 gennaio – Una sposa che non contemplerebbe frequentemente gli occhi del suo sposo, sarebbe una sposa? (I-33)
In treno – “Non restare mai senza far nulla, Mi onorerai nella Mia incessante occupazione per la vostra salvezza”. (I-43)
Davanti alla Loira che straripava – “Sii sempre serena e calma. Il fiume riflette il cielo solo quando è calmo”. (I-44)
Roma. Pasqua, Chiesa della Minerva. Lo ringraziavo delle sue sofferenze. Lui – “Nella tua riconoscenza non metterai mai tanto amore e tanta gioia quanto l’amore e la gioia che ho messo Io nel soffrire per salvarvi”. (I-60)
14 settembre. Chiesa di Fresne – […] Ma vedi bisogna pregare. Vedi come domando sempre di lavorare con Me. Qui ancora, non Mi lasciate solo. Non ami aiutarmi: prva. Vedrai che ti aiuto ad aiutarmi… Ma sì, Io ti aiuto sempre, Mia povera piccola figlia, senza che tu te ne accorga. Io sono l’amico che fa il bene nella casa e che, talvolta, si dilegua prima di essere riconosciuto e ringraziato. Non che io non ami i vostri ringraziamenti. Li ricevo nel Mio cuoe come carezza del vostro amore. Ma il vostro grande amico è così soave, che la Sua delicatezza ama allontanare le cose nocive, con tanta discrezione che, spesso, voi dite: “Chi ha fatto ciò?”. La fortuna? Il caso? E non pensate: “E’ Lui! Lui, lo stesso che ci ama tanto!” […] . (III-273)
Bastia. Alla messa al momento del Pater «Signore, quando Tu parlavi silla croce soffrendo così tanto, com’è che questi minuti non hanno salvato tutti i peccatori della terra?». – «Ho aperto il cielo a tutti, ma ognuno è libero. Siete voi, fratelli Miei, che dovete completare la salvezza degli uomini domandandomela soffrendo per loro». (I-213)
3 settembre. Dopo la comunione – «Il lunedì: vivi nell’amore dello Spirito Santo domandandogli l’amore. E’ Lui che rende possibile la santità. Il martedì con la Regina degli angeli e con gli angeli. Per riparare le tue offese e le offese. Il mercoledì: con San Giuseppe prendi a prestito da lui la vita interiore. Il giovedì: sii piccola ostia con me. Sii un’ostia che canta. Come un avaro, cerca le occasioni per piccoli sacrifici che ti rinnoveranno nell’essere ostia. Il venerdì tutta per il Mio cuore. Il venerdì che fu per Me una grande sofferenza, sia per te una grande dolcezza. Il sabato non se sola: Mia Madre ti accompagna. Risvegli ain te il Suo amore. La domenica ama al cuore della santa Trinità, come un piccolo grano di incenso in spirito di pura lode. Fai così, piccola anima.» (I-299)
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Trattato del Purgatorio
Con il Trattato del Purgatorio la Santa spinge arditamente il suo sguardo nel mondo degli spiriti. Essa ci parla, con linguaggio di cielo, della spontaneità e della terribilità delle pene che purificano le anime; additando nell’Amore l’artefice divino, il quale prepara così i giusti alle gioie immortali. Sono pagine dense di profonda scienza teologica, che riscossero l’ammirazione dei dotti, e meritarono alla Fieschi il titolo di Dottoressa del Purgatorio.
Scritto da Santa Caterina da Genova, ricordata il 15 settembre
CAPITOLO I. – Perfetta uniformità delle Anime purganti al volere di Dio.
Le anime che sono nel Purgatorio (secondo che mi par comprendere) non possono avere altra elezione che di essere in esso luogo, e questo è per l’ordinazione di Dio, il quale ha fatto questo giustamente […]. E solamente vedono l’operazione della divina bontà, la quale ha tanta misericordia all’uomo per condurlo a sé, che di pena, né di bene che possa accadere in proprietà, non se ne può niente da esse vedere, e se lo potessero vedere non sarebbero in carità pura.
CAPITOLO XIV. – Gioia e dolore delle anime purganti.
Sappi che quello che l’uomo giudica in sé perfezione, innanzi a Dio è difetto: imperocché tutto quello che opera di cose le quali abbiano apparenza di perfezione, come pur le vede, le sente, le intende, le vuole, ovvero ne ha memoria, senza riconoscerle da Dio, in tutte si contamina e imbratta.
CAPITOLO XVII. – Esortazioni e rimproveri ai viventi.
E così quell’anima benedetta, vedendo le sopradette cose nel divin lume, disse:
1. Viemmi voglia di gridar un sì forte grido, che spaventasse tutti gli uomini che sono sopra la terra, e dir loro: O miseri, perché vi lasciate così accecare da questo mondo, che a una tanta e così importante necessità, come troverete al punto della morte, non date provvisione alcuna?
2. Tutti state coperti sotto la speranza della misericordia di Dio, la quale dite essere tanto grande; ma non vedete che tanta bontà di Dio vi sarà in giudizio, per avere fatto contro la volontà di un tanto buon Signore
3. La sua bontà vi dovrebbe costringere a far tutta la sua volontà, e non darvi speranza di far male; perciocché la sua giustizia non ne può ancora mancare, ma bisogna che in alcun modo sia soddisfatta appieno.
4. Non ti confidare dicendo: Io mi confesserò, e poi prenderò l’Indulgenza Plenaria, e sarò in quel punto purgato di tutti i miei peccati, e così sarò salvo.
5. Pensa che la confessione e contrizione la quale è di bisogno per essa Indulgenza Plenaria, è cosa tanto difficile di avere, che se tu lo sapessi, tremeresti per gran paura, e saresti più certo di non averla, che di poterla avere
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