“Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio”
San Paolo (1 Cor 17-18)
Insegnamenti dalla vita di . . .
Santa Caterina da Bologna
“Per nessun motivo la sposa di Cristo deve cadere in questi inganni; anzi, con forza e prontezza di spirito, deve forzare il suo libero arbitrio e dire a sé stessa:
‘Anche se il mio Signore Dio permettesse che io fossi tentata fino all’ultimo dei miei giorni, non consentirò mai e starò nei miei propositi sempre più forte’
e, dopo questo proponimento, andare alla orazione e pregare con tutto il cuore, così:
‘Signore mio Gesù Cristo dolcissimo, per la infinita carità che vi fece stare legato al crudele tormento della colonna e sopportare l’atroce flagellazione dai vostri nemici, vi prego, per la mia salute, di darmi tanta forza da vincere i miei nemici e, mediante la vostra grazia, sostenere con pazienza questa e ogni altra futura battaglia’
poi, al nome di Gesù, inginocchiarsi circa cento volte più o meno secondo che può invocandolo sempre a ogni genuflessione. Qualunque persona stia certissima di ricevere aiuto e conforto, se farà tale orazione con cuore sincero, secondo ciò che disse il santissimo frate Bernardino, di dolce memoria.”
Estratto da “Le sette armi spirituali”, capitolo ‘La via della croce’ – Santa Caterina da Bologna, ricordata il 9 marzo
San Vincenzo Ferreri
“Infine Cristo incorse nel rischio di morire in croce, cioè crocifisso. Questo modo di morirgli piacque, l’accettò. Perché questo modo di morire lo preferì a tutti gli altri? Già lo sapete, ogni male sia delle anime —come l’ignoranza, le prave inclinazioni — sia anche dei corpi — come le malattie, i travagli, le fatiche, e infine la morte — tutto deriva dal peccato di Adamo e di Eva, perché il peccato nacque dall’aver colto il frutto proibito. Cristo quindi venne a riparare tutti i mali e delle anime e dei corpi. Egli è appunto quel frutto, di cui è detto alla Vergine Maria: «Benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1,42). Questo frutto è tornato al suo albero. Perciò antiche storie greche riferiscono che l’albero della croce era ricavato dalla stessa pianta, da cui Adamo colse il frutto. Quindi quando Cristo fu su l’albero della croce, allora fu restituito all’albero il frutto, ed egli riparò tutti i mali derivati dal peccato di Adamo nel giusto ordine, prima quelli dell’anima, poi quelli del corpo. […] Ecco perché volle morire in croce”
Estratto dal sermone “La triplice gloria della croce” – San Vincenzo Ferreri, ricordato il 5 aprile
Santa Gemma Galgani
“O mio Dio crocifisso, eccomi ai tuoi piedi. Non volere rigettarmi ora che mi presento come peccatore. Ti ho offeso tanto per il passato, Gesù mio, ma non sarà più così. Dinanzi a te, mio Dio, presento tutte le mie colpe… Già le ho considerate e vedo che non meritano perdono, ma deh! Dà uno sguardo ai tuoi patimenti e guarda quanto vale quel Sangue che scorre dalle tue vene. Chiudi, mio Dio, in questo momento gli occhi ai miei demeriti e aprili agli infiniti meriti tuoi; e giacché ti sei compiaciuto morire per i miei peccati, perdonameli tutti, affinché mai più senta il peso di essi, perché quel peso, o Gesù, vo’ ad ogni costo divenire buono: togli, distruggi, annienta tutto ciò che si trova in me non conforme alla tua volontà. Ti prego però, Gesù, ad illuminarmi affinché possa camminare nel Tuo Lume. Amen”
“Preghiera a Gesù Crocifisso” – Santa Gemma Galgani, ricordata l’11 aprile
Beata Maria Felicia di Gesù Sacramentato
“Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
le ginocchia a terra, le braccia in croce;
a metà della notte avvolta nel mistero:
solo il luccichio di qualche stella, la luce.
Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
la fronte reclinata sul petto, così!
Intanto le ore scorrono, le più divine,
qual profumo di soave gelsomino.
Come si sta bene, Gesù, quando si sta con te,
quasi non si sente palpitare il cuore,
e van tacendo, ad una ad una le preghiere
sulle labbra che, baciandoti, premono la croce”.
Testo che cantava davanti al Suo Crocifisso – Beata Maria Felicia di Gesù Sacramentato, ricordata il 28 aprile
Santa Caterina da Siena
“Abbiate memoria del sangue di Cristo Crocifisso; e ogni amaritudine vi tornerà in dolcezza, e ogni gran peso vi tornerà leggiero. E non vogliate eleggere né tempo né luogo a vostro modo; ma siate contento nel modo che Dio ve le ha date.”
Estratto da “Lettere Scelte di Caterina da Siena” (ed. Basilica Cateriniana, capitolo ‘Lettera a Marco Bindi Mercatante’) – Santa Caterina da Siena, ricordata il 29 aprile
San Paolo
“La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
‘Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti.’
Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.”
Estratto dalla prima lettera ai Corinzi 1, 18-25 – San Paolo, ricordato il 29 giugno
San Filippo Benizi
“A Todi, quando si sentiva prossimo alla morte, chiese che gli fosse portato il libro da cui aveva imparato di più. Allora i frati gli portarono, uno dopo l’altro, tutti i libri sacri, ma egli li rifiutava. Infine, indicando il Crocifisso, che poi sarà il suo simbolo nella sua iconografia, disse: ‘Quello è il mio libro’. Proprio lui, che per tutta la vita aveva fatto dello studio e dello sviluppo della mente i suoi punti forti, si era reso conto, prima di morire, che l’esperienza della croce ci dà l’insegnamento più prezioso che tutti i libri messi insieme.”
Dalla vita di San Filippo Benizi, ricordato il 22 agosto